Niente è immutabile e tutto evolve

Una storia greca racconta di un mulo che, ogni giorno, attraversa lo stesso sentiero all’interno di un bosco per portare il suo carico.

Una notte, accade che un forte temporale abbatte un albero. La mattina seguente, nel corso della sua solita traiettoria, il mulo si imbatte nel tronco caduto che gli ostacola il percorso e, abituato a quel solito tragitto, pensa tra sé e sé: “questo tronco non dovrebbe essere qui”. Tenta quindi più volte di spostarlo a testate, ma invano. Il tronco non si muove, tenta e ritenta, finché non si rompe la testa.

Una fine tragica che avrebbe evitato se solo avesse aggirato il tronco e cercato un altro percorso.

A tutti noi succede, nell’ambito personale o in quello lavorativo, di replicare alcuni schemi e soluzioni solo perché hanno funzionato in passato o di insistere a proseguire nel fare qualcosa, anche quando questa non funziona. La resistenza al cambiamento rappresenta forse uno dei nostri tratti più caratteristici. Questa non ha a che fare, come si potrebbe pensare, con una scarsa intelligenza, tutt’altro: sono spesso le persone più capaci a essere più rigidamente ancorate ai propri schemi di successo.
Più siamo intelligenti e più cerchiamo alibi ben strutturati per dare conferma alle convinzioni.

In natura, lo sappiamo, niente è immutabile e tutto evolve. Ecco perché ci capita di imbatterci in quelle situazioni che “ci sospingono verso il burrone” , costringendoci a percepire qualcosa di differente rispetto al passato.